La casacca che scompare, la metafora della squadra di calcio delle Isole Marshall

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La casacca che scompare, la metafora della squadra di calcio delle Isole Marshall ultima modifica: 2025-04-19T00:01:47+02:00 da Chiara Novo
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La campagna pubblicitaria per la nuova casacca della squadra di calcio delle Isole Marshall è la metafora del Paese: la divisa perde progressivamente pezzi, fino quasi a sparire come il destino della Nazione

Sperdute nel mezzo dell’Oceano Pacifico, le Isole Marshalluna distesa di 29 atolli e 5 isole abitata da poco meno di 39 000 persone – si trovano a dover affrontare una sfida tanto difficile quanto vitale: quella per la loro sopravvivenza e hanno affidato il loro SOS  alla casacca della loro squadra di calcio.

casacca Isole Marshall
No-Home Jersey 2030, La casacca che scompare | @Marshall Islands Soccer Federation

Questo Paese, infatti, come molte altre piccole realtà del Pacifico, è seriamente minacciato dall’innalzamento del livello del mare provocato dal cambiamento climatico. Per attirare l’attenzione e sensibilizzare tutto il mondo su questo pericolo, la Marshall Islands Soccer Federation, la Federazione calcistica delle Isole Marshall, ha creato una nuova casacca chiamata “No-Home Jersey 2030” [Casacca Senza-Casa 2030], pubblicizzandola attraverso una campagna nella quale immagine dopo immagine la maglia perde progressivamente pezzi di tessuto: questa rappresentazione è la metafora del pericolo che incombe sulle Isole Marshall.

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L’iniziativa

La Marshall Islands Soccer Federation – costituita nel 2020 con l’obiettivo di far crescere il movimento calcistico in modo sostenibile- è scesa in campo per la sensibilizzazione ambientale. Dopo aver realizzato nel 2023 un home kit di successo ispirato alla bandiera blu e arancione delle Isole Marshall, recentemente ha presentato una nuova divisa chiamata “No-Home Jersey 2030.

Progettata da Matías Otero, la casacca, oltre a rappresentare la flora, la fauna e gli emblemi culturali del Paese, come il grande squalo bianco, la plumeria e la canoa a bilanciere, capeggia il numero simbolico 1.5, ovvero l’aumento della temperatura globale considerato dalle nazioni del Pacifico come il punto di non ritorno, e lo sloganMeritiamo di crescere rigogliosi“, ripreso dal poeta Kathy Jetnil-Kijiner che riflette la paura della nazione di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico.

Questa maglia ha un duplice scopo: celebrare gli elementi unici e meravigliosi della nostra nazione, come la fauna selvatica e le tradizioni, e ricordare agli organi di governo che devono agire rapidamente per aiutarci a essere riconosciuti”, afferma Matt Webb, Direttore Marketing della Marshall Islands Soccer Federation.

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Per il lancio online della casacca, la Federazione ha implementato una campagna promozionale su tutte le piattaforme social. Tuttavia, c’era un particolare che gli utenti, in un primo momento, non hanno notato: in ogni nuovo post una parte della casacca scompariva.

Foto dopo foto, l’effetto è diventato palese come pure la metafora con la lenta e devastante perdita del suolo delle Isole Marshall, inghiottito dall’incremento del livello del mare.

Il Paese affronta un’enorme crisi a causa del cambiamento climatico” – spiega Webb – “La narrazione visiva della scomparsa della maglia è una metafora per mostrare la reale minaccia verso la preziosa terra delle Isole”.

Questa iniziativa è molto originale e all’avanguardia, tanto più considerando il fatto che è stata sviluppata da un Paese ritenuto l’ultimo al mondo a non avere una squadra di calcio e, a oggi, uno Stato che non ha mai ospitato una partita a 11.

Un po’ di storia e le prospettive future

Occupate dagli Stati Uniti a partire dalla Seconda guerra mondiale fino all’indipendenza ottenuta nel 1986, le Isole Marshall sono state segnate da atrocità ambientali: qui, infatti, tra il 1946 e il 1958, sono stati svolti oltre 60 esperimenti nucleari, di cui oltre un terzo avvenuto sull’atollo più celebre, Bikini (il più catastrofico dei quali, noto come Castle Bravo, fu 1.000 volte più potente della bomba su Hiroshima e vaporizzò tre piccole isole). I gravi problemi di salute che permangono da quell’epoca e il timore di un futuro segnato dalle inondazioni hanno spinto parte della popolazione a espatriare (numero raddoppiato rispetto al 2010, anno in cui sono stati registrati poco più di 52 000 abitanti).

Il futuro del paese è molto incerto: infatti, l’oceano intorno alle Isole si è alzato mediamente di 3.4 mm l’anno a partire dal 1993, oltre il doppio rispetto alla media mondiale. Un innalzamento complessivo di un metro comporterebbe inondazioni permanenti per gli atolli più popolosi; nel caso di un incremento superiore, le Isole Marshall potrebbero scomparire dalle carte geografiche. Già a partire dagli ultimi anni le inondazioni e le tempeste sono diventate piuttosto frequenti e nessun luogo può considerarsi al sicuro: per cercare di proteggere le proprie case, la popolazione costruisce muri di cinta.

Nel 2014, in seguito a mareggiate di cinque metri che hanno inondato la capitale Majuro per la terza volta in un anno (un evento che, storicamente, si verificava soltanto una volta ogni pochi decenni), il Servizio Geologico degli Stati Uniti (United States Geological Survey) ha pubblicato una preoccupante ricerca che mostra come l’innalzamento del livello dell’oceano combinato a onde predatorie avrebbe significato che “molte isole dell’atollo saranno inondate ogni anno, salinizzando le limitate risorse di acqua dolce e dunque, probabilmente, costringendo gli abitanti ad abbandonare le loro terre nell’arco di alcuni decenni e non più di secoli, come ipotizzato in precedenza”.

Lines (57° 59′ N, 7° 16’W): linee di luce rendono visibile l’innalzamento dei mari

[Cover Image @Marshall Islands Soccer Federation]

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Curiosa, determinata e sempre attiva, vive in un piccolo paese del Roero. È attualmente iscritta al corso magistrale di Traduzione dopo aver conseguito una prima laurea magistrale in Lingue straniere per la comunicazione internazionale. Adora mettersi in gioco e ha fatto propria la frase di Charlie Chaplin "Un giorno senza sorriso è un giorno perso". Ama la letteratura e la montagna. Nel tempo libero, si diletta a seminare e a coltivare l'orto, a vedere film d'animazione, a passeggiare nella natura e a scoprire luoghi nuovi. La sua più grande aspirazione? Contribuire a trasmettere a grandi e piccini l'amore per la natura.

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