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European State of the Climate 2024, l’impatto della crisi climatica sull’Europa

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European State of the Climate 2024, l’impatto della crisi climatica sull’Europa ultima modifica: 2025-04-18T00:02:51+02:00 da Davide Mazzocco
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Alluvioni, siccità, incendi, stress termici e ghiacciai in scioglimento al centro dello European State of the Climate 2024

Secondo lo European State of the Climate 2024 reso pubblico negli scorsi giorni da Copernicus, lo scorso anno è stato il più caldo nella storia d’Europa. Gli eventi estremi causati dalla crisi climatica hanno smesso di essere un’eccezione diventando la regola: alluvioni, siccità, incendi e stress termici impattano sempre di più sulla vita delle persone, facendo vittime e mettendo in ginocchio le economie di interi territori.

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A Valencia un’inondazione senza precedenti

Il report European State of the Climate 2024 si apre con un capitolo dedicato alle alluvioni e pone l’accento sui drammatici eventi che, fra il 28 ottobre e il 4 novembre 2024, hanno coinvolto Valencia. In sole 24 ore si sono abbattuti sulla città spagnola 771,8 mm di pioggia, ma il dato più spaventoso è quello dei 184,6 mm caduti in una sola ora. Per avere una misura dell’eccezionalità di questo evento meteorologico è sufficiente pensare che la media annuale della città iberica è compresa fra i 450 e i 600 mm…  Questo nubifragio e le conseguenti inondazioni hanno ucciso 232 persone nella sola provincia di Valencia. A livello continentale, la percentuale dei corsi d’acqua che sono esondati (circa il 30% della rete fluviale europea) è stata la maggiore dal 2013. Nel mese di settembre, la tempesta Boris ha causato alluvioni in otto paesi dell’Europa centro-orientale. Le inondazioni più gravi sono state quelle dell’Elba e dell’Oder.

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Un’estate canicolare nell’Europa sudorientale

Nel 2024, sia le temperature minime che quelle massime sono state superiori alla media in tutta Europa. Le temperature massime sono state di 2-3 °C superiori alla media nelle aree orientali e sudorientali e nella Spagna meridionale. Anche le temperature minime sono state ben al di sopra della media in queste aree, così come in alcune parti dell’Europa centrale e occidentale, sebbene il contrasto est-ovest sia stato meno netto rispetto alle temperature massime.

Nell’Europa sudorientale, l’estate 2024 è stata caratterizzata da numerose ondate di calore: la più intensa ha interessato per ben 10 giorni il 72% di questo territorio con un’anomalia termica di +9,7° C rispetto alla media. La temperatura massima è stata superiore alla media per tutti i giorni dell’estate tranne due. L’altro fenomeno eccezionale in quest’area sono state le elevate temperature notturne: nel sudest d’Europa ci sono state 23 notti tropicali, praticamente il triplo della media.

Un’estate di incendi dal Portogallo alla Turchia

La combinazione di siccità, alte temperature e forti venti ha causato numerosi incendi nell’area mediterranea. Portogallo, Spagna e i paesi dell’Europa sudorientale (in particolar modo Grecia e Turchia) sono stati interessati da una stagione di roghi che non è stata estrema, ma è durata più del solito, da giugno a settembre.

A luglio si sono verificati incendi boschivi di notevole entità in Grecia, dove un grande incendio nell’Attica orientale ha bruciato circa 11.000 ettari (110 km²), e a Madera. Un’intensa attività di incendi boschivi si è verificata a luglio e agosto nei Balcani, dove Romania e Bulgaria hanno registrato un numero di incendi superiore alla media.

A settembre, quando l’area bruciata da inizio anno in Europa era inferiore alla media, in Portogallo si sono verificati diversi incendi di grandi dimensioni in un breve periodo, con circa 110.000 ettari bruciati in una settimana. Ciò ha aumentato la superficie totale bruciata nel Paese da circa 13.000 ettari prima di settembre a circa 130.000 ettari entro la fine del mese. Questa superficie ha rappresentato il 32% della superficie totale bruciata in Europa nel 2024, vale a dire 400.000 ettari.

La superficie bruciata stimata è leggermente superiore alla media, ma inferiore del 66% rispetto al record di 1.200.000 ettari del 2017, un anno davvero terribile per le foreste lusitane. In particolare, un’elevata concentrazione di incendi boschivi è stata osservata durante la stagione degli incendi in un’ampia regione a nord del Mar Nero, in particolare lungo il confine dell’Ucraina con Russia e Bielorussia.

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Le vittime e i danni della crisi climatica in Europa

Si stima che in Europa vi siano state 61.700 morti correlate al caldo nel 2022 e 47.700 nel 2023. I dati del 2024 non sono ancora disponibili, ma, secondo l’OMS, il trend delle vittime dell’aumento delle temperature è quantificabile in un +30% negli ultimi 20 anni. A livello continentale, le inondazioni e le tempeste dello scorso anno hanno causato 335 vittime e hanno coinvolto 413.000 persone. I danni economici sono stati quantificati in 18,2 miliardi di euro, all’85% attribuibili alle alluvioni. Le persone che hanno subito danni fisici o materiali a causa degli incendi sono state 42.000.

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La resilienza delle città e dei governi

A fronte dei crescenti danni economici e socio-ambientali prodotti dal riscaldamento globale, i governi nazionali e le amministrazioni delle metropoli si stanno organizzando con progetti di resilienza climatica.

Se i Paesi Bassi lavorano alacremente per de-impermeabilizzare il loro territorio, l’amministrazione di Parigi si sta impegnando ad implementare la pedonalizzazione e la vegetalizzazione di ampie porzioni della città e ha varato da pochi giorni un piano quinquennale a tutela della biodiversità.

In un’ottica di prevenzione delle alluvioni, Bratislava sta realizzando riserve idriche, giardini di raccolta dell’acqua piovana e tetti verdi.

Per contrastare le ondate di calore, Kiev ha realizzato numerosi sistemi di nebulizzazione dell’acqua nelle piazze e nei giardini.

[Foto Pixabay]

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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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