I paradossi della crisi climatica al confine con l’Italia: Sospel sta vivendo da anni una siccità senza precedenti eppure, a pochi chilometri di distanza, le piogge torrenziali della tempesta Alex hanno messo in ginocchio le valli Roya e Vésubie
Stavolta per parlare della crisi climatica e dei suoi eventi estremi, rompo per un attimo il protocollo e utilizzo la prima persona singolare fino alla fine di questo paragrafo-premessa. Quella che sto per raccontare è una storia che mi è letteralmente piovuta addosso durante la mia vacanza in bicicletta di quest’estate, nella quale partendo dal Monte Bianco ho raggiunto la Costa Azzurra transitando sui valichi delle Alpi francesi.
Crisi climatica, il conto dei danni economici è sempre più salato
A Sospel, a una manciata di chilometri da Mentone, sono stato accolto da Claudie e Gerard Mouazé, due coniugi settantenni che questa primavera hanno deciso di aprire le porte della loro cascina agli ospiti. Quando mi sono sistemato nella mia stanza, mi hanno raccomandato di non bere l’acqua del rubinetto perché proveniente da una sorgente privata e non dall’acquedotto, ciò a causa delle gravi carenze idriche che interessano da tempo il territorio comunale a sud del centro storico di Sospel, quello che si sviluppa sulle pendici del Col de Castillon, l’ultimo ostacolo orografico alpino prima di raggiungere la costa di Mentone. In quel momento, accanto alla mia versione vacanziera (affamata di curiosità da soddisfare) si è fatta viva la mia versione giornalistica (con lo stesso implacabile appetito). Quest’articolo è – previa autorizzazione del signor Mouazé – il frutto di un incontro di persone curiose.
A Sospel non piove più
L’acqua del rubinetto di casa Moauzé non è potabile perché il 2023 è stato l’anno più disastroso di sempre dal punto di vista della scarsità delle precipitazioni. Claudie e Gerard mi dicono che non c’è alcun rischio se bevo dalle fontane con acqua potabilizzata situate nel centro del paese, ma che tutte le frazioni sui rilievi a sud di Sospel sono in una situazione di grave stress idrico. Siamo nel bel mezzo di un ampio uliveto, ma quando dico a Gerard che è una fortuna che l’olivo non abbia necessità di grandi quantitativi d’acqua, lui mi risponde laconico che, per quanto resistenti alla siccità, queste piante avrebbero veramente bisogno di precipitazioni più copiose e più frequenti. I raccolti continuano, ma la scarsità d’acqua li rende sempre più poveri.
Allarme siccità in Francia, dichiarato lo stato d’allerta
Su sollecito di Claudie, Gerard entra in casa e ritorna sul terrazzo con un quadernetto nel quale è registrata meticolosamente la piovosità di Sospel dal maggio 2007. Si tratta di una registrazione che Mouazé ha compiuto e compie personalmente con un pluviometro collocato sul terrazzo: “Perché i rilevamenti siano attendibili bisogna che il punto di raccolta della pioggia sia sempre lo stesso, dal 2007 non l’ho mai spostato” mi spiega. I dati sono registrati giorno per giorno, poi mese per mese e infine anno per anno. La differenza fra la piovosità del primo decennio del nuovo secolo e questo inizio di anni Venti è enorme, ma purtroppo continua a essere vista come un’emergenza risolvibile con campagne stampa per la chiusura del rubinetto mentre ci si lavano i denti.
Metropoli senza acqua: le crisi idriche sono un problema globale
Basta un’occhiata alla riga nella quale sono riassunte le varie annualità per farsi un’idea di quanto la siccità sia ormai cronica. Nelle prime tre annualità complete registrate dal signor Muazé la pioggia è sempre stata superiore ai 1200 mm annui: 1326 mm (2008), 1233 mm (2009) e 1330 mm (2010). Nelle ultime tre annualità complete, al contrario, i pluviometri sono rimasti molto al di sotto dei 900 mm: 835 mm (2020), 736 mm (2021) e 428 mm (2022). Nei primi 7 mesi del 2023 la quantità di precipitazioni è stata di 152 mm, una cifra che, in prospettiva, dovrebbe fare di quest’anno il peggiore di sempre. L’anno più piovoso fra quelli testimoniati nel quaderno di Mouazé è stato il 2014 con 1913 mm, ma anche il 2019 con 1659 mm ha avuto una piovosità “normale”.
Per farmi capire che cosa significhino quei 152 mm caduti dal 1° gennaio al 31 luglio di quest’anno Mouazé mi fa vedere il dato del giorno di Natale del 2015: 150 mm caduti in appena 24 ore… Fra il 5 e il 6 novembre 2011 caddero 140 mm in due giorni, il 17 gennaio 2014 piovvero 123 mm, insomma la siccità di quest’anno è davvero qualcosa fuori dall’ordinario. Ma in questa storia c’è un paradosso.

La tempesta Alex
Nell’autunno 2020, con i media inghiottiti nel vortice monotematico del Covid-19, la distruzione conseguente al passaggio della tempesta Alex sulle Alpi Marittime mi era completamente sfuggita. Ne ero venuto a conoscenza soltanto l’estate successiva, ma anche in quella circostanza non avevo preso coscienza delle conseguenze di quell’evento estremo sulla popolazione delle valli Roya e Vésubie. In queste due valli, entrambe situate a pochi chilometri da Sospel, il 2 ottobre 2020 la tempesta Alex si è abbattuta con una violenza inaudita e, nonostante l’evacuazione organizzata dalle forze dell’ordine francesi, ha avuto conseguenze devastanti: 10 persone sono decedute, 8 sono risultate disperse e 13.000 si sono ritrovate completamente isolate.
“Le piogge di quel giorno hanno distrutto trentacinque chilometri di strada in Val Roya – mi spiega Gerard -. I ponti provvisori che sono stati creati sono stati gestiti con passaggi contingentati riservati ai residenti. Sono stati anni difficilissimi e la situazione è ancora molto lontana dal ritorno alla normalità”.
Da qualche mese è stato ripristinato il collegamento ferroviario con l’Italia, il famoso Treno delle Meraviglie che unisce Cuneo a Ventimiglia. Per quanto riguarda il tunnel stradale del Colle di Tenda, invece, non si è ancora in grado di dire quando la strada sarà ripristinata, perché i lavori per il raddoppio del tunnel fra Italia e Francia sono stati compromessi da una frana avvenuta nel punto di sbocco francese della galleria.
Il giorno della Tempesta Alex, la massima quantità di pioggia sulle Alpi Marittime venne registrata a Saint-Martin-Vésubie: 500 mm in 24 ore. Ciò significa che in quella sola giornata cadde più acqua che in tutto il 2022 a Sospel, località distante 26 km in linea d’aria. Gerard si ricorda molto bene di quella giornata e mi dice che da loro non piovve molto e per dimostrarmelo prende non il dato giornaliero ma quello dell’intero ottobre 2020: 152 mm! In tutto il mese piovve una quantità nettamente inferiore a un terzo di quella caduta a Saint-Martin-Vésubie il 2 ottobre 2020.

Epilogo
La valle del Bevera di cui Sospel è capoluogo è incastrata fra le Valli Vésubie e Roya che hanno subito le maggiori devastazioni da Alex. Le località che hanno subito i maggiori danni sono più a nord e altimetricamente più elevate, ma in linea d’aria la distanza è davvero poca. In questo piccolo fazzoletto di terra fra il Parco del Mercantour e la Costa Azzurra gli effetti del cambiamento climatico si sono manifestati e si manifestano nei modi più paradossali: da una parte ci sono persone che devono cambiare le proprie abitudini e vedono minacciate le proprie coltivazioni a causa della carenza idrica, dall’altra abbiamo decine di migliaia di persone che da tre anni si stanno confrontando con le conseguenze di una tempesta dall’impatto devastante. Il riscaldamento globale è questa cosa qui: vecchi equilibri climatici che scompaiono sostituiti da eventi estremi che modificano territori e lacerano esistenze. Lo abbiamo fabbricato noi tutti, ma le conseguenze le pagano solo alcuni.
[Foto Davide Mazzocco]
