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Il pericolo dei pesci alieni, nuovo ritrovamento sulla costa laziale

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Il pericolo dei pesci alieni, nuovo ritrovamento sulla costa laziale ultima modifica: 2023-03-26T07:42:34+02:00 da Marco Grilli
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I pesci alieni invasivi rappresentano un pericolo per l’ecosistema marino e la salute, il più recente ritrovamento è quello di un pesce istrice sulla spiaggia di Santa Marinella

Pesci alieni invasivi, un esemplare di pesce istrice (Chilomycterus reticulatus) di circa 60 cm è stato ritrovato sulla spiaggia di Santa Marinella (Rm). Il problema è che non c’è nulla di normale, perché si tratta di una specie subtropicale che non dovrebbe essere presente nei nostri mari.

Il pesce istrice tropicale

Solo un’altra volta, quello che è conosciuto anche come pesce porcospino punteggiato, era stato rintracciato nel Mediterraneo, più precisamente nel 2008, lungo il litorale sardo dell’isola di Sant’Antioco. Appartenente alla famiglia Diodontidae, si contraddistingue per il corpo gonfiabile ricoperto di grosse spine, la livrea maculata su dorso e pinne ed i denti fusi in placche. Il pesce istrice non può essere commercializzato a scopo alimentare già dal 1992, perché può accumulare la tetrodotossina, una neurotossina che impedisce la trasmissione dell’impulso nervoso.

L’esemplare rinvenuto sulla spiaggia di Santa Marinella (Rm) è stato segnalato da un pescatore che si è avvalso della campagna dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) “Attenti a quei 4”. Quest’ultima, realizzata con la collaborazione dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim), si pone l’obiettivo di informare la cittadinanza sui potenziali rischi per la salute umana dovuti a 4 specie aliene (o alloctone) invasive. Recatisi sul posto, i ricercatori dell’Ispra hanno provveduto al recupero dell’esemplare per poi effettuare le analisi morfologiche e molecolari al fine dell’identificazione della specie.

Un incremento delle popolazioni di pesce istrice è stato rilevato nei mari dell’Africa nord occidentale ed in particolare alle Canarie. L’ultimo individuato sulla costa laziale potrebbe essere arrivato dall’Atlantico orientale, attraverso lo stretto di Gibilterra, o provenire da un rilascio da acquari. “Ispra e Cnr-Irbim rinnovano quindi l’invito a non liberare specie esotiche vive negli ambienti naturali, limitare le loro possibilità di fuga da ambienti confinati e segnalare anche per imparare a conoscere le nuove specie esotiche che popolano i nostri mari a partire da quelle potenzialmente pericolose che vengono illustrate dalla campagna ‘Attenti a quei 4’ ”.

I pesci alieni nel Mediterraneo ed i pericoli

Nonostante il carattere episodico dell’osservazione, anche a causa dei cambiamenti climatici il Mediterraneo continua a riscaldarsi e a mostrare cambiamenti in atto, rilevandosi il più suscettibile all’invasione delle specie aliene, sia per numero che per rapidità di diffusione. Tra i pesci più invasivi vanno segnalati: il pesce palla liscio, presente nel Mediterraneo occidentale dagli anni Ottanta e poi diffusosi fino al Mediterraneo orientale ed all’Adriatico; il pesce palla maculato, ad alto impatto sugli ecosistemi, ed il pesce istrice maculato, già avvistato per ben tre volte nel Mediterraneo.

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I pericoli sono notevoli perché le specie aliene sono importanti predatori ed entrano in competizione per lo spazio e le risorse alimentari con quelle autoctone, sconvolgendo la catena trofica. Inoltre possono dar luogo a fenomeni di ibridazione e trasmettere malattie, danneggiando anche il turismo e le attività di pesca. Al di là dei cambiamenti climatici che provocano il riscaldamento dei mari, sarebbe anche auspicabile una maggiore attenzione da parte dell’uomo, soprattutto per quelle specie che arrivano tramite trasporto navale o rilascio deliberato.

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Stando ai dati forniti nel 2022 dalla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (Cgpm) sono più di 900 le specie alloctone registrate nel Mare Nostrum e nel mar Nero. Prevalentemente il loro ingresso è dovuto al trasporto navale involontario mediante l’acqua di zavorra ed all’apertura del canale di Suez, inaugurato nel 1869, che ha messo in comunicazione il mar Rosso con il Mediterraneo, provocando la migrazione di organismi marini.

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Attenti a quei 4

Pesce palla maculato, pesce scorpione, pesce coniglio scuro e pesce coniglio striato sono le specie aliene invasive di origine tropicale rinvenute nei mari italiani, oggetto della campagna Ispra e Cnr-IrbimAttenti a quei 4”.  Si tratta di un’iniziativa tesa ad informare i cittadini sulla pericolosità di questi intrusi, utile anche a monitorare la loro presenza e distribuzione nelle acque italiane, grazie anche alla segnalazione dei pescatori e subacquei.

Il pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus), entrato dal canale di Suez e segnalato per la prima volta in Italia nel 2013, presenta macchie scure sul dorso grigio-argenteo. Con la sua possente dentatura può infliggere morsi dolorosi, si tratta inoltre di una specie altamente tossica al consumo, anche dopo la cottura, perché possiede una potente neurotossina.

Tra le specie più invasive al mondo è il pesce scorpione (Pterois miles), che ha già colonizzato gran parte delle coste dell’Atlantico occidentale con notevoli impatti ecologici. Entrato dal canale di Suez e avvistato in Italia dal 2016, presenta 18 spine velenose che causano punture dolorose anche 48 ore dopo la sua morte. Rientra tra le specie commestibili ma le spine necessitano di una particolare attenzione.

Sempre da Suez sono entrati anche il pesce coniglio scuro (Siganus luridus) ed il pesce coniglio striato (Siganus rivulatus), specie erbivore particolarmente invasive, segnalate per la prima volta in Italia rispettivamente nel 2003 e nel 2015. Anche in questo caso si tratta di specie commestibili con la dovuta attenzione però per le loro spine, che possono causare punture molto dolorose.

L’Ispra ed il Cnr-Irbim invitano pescatori, subacquei e chiunque abbia osservato o catturato una di queste specie in acque italiane a documentare con foto o video, inviando la propria osservazione o tramite WhatsApp al numero di telefono 3204365210, o su Facebook sul gruppo Oddfish, utilizzando l’hashtag #Attenti4.

[Credits foto Ispra]

Il pericolo dei pesci alieni, nuovo ritrovamento sulla costa laziale ultima modifica: 2023-03-26T07:42:34+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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