Svizzera allevamenti intensivi

Svizzera, un referendum per vietare gli allevamenti intensivi

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Svizzera, un referendum per vietare gli allevamenti intensivi ultima modifica: 2022-09-22T07:31:59+02:00 da Francesca Orazi
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Il 25 settembre i cittadini svizzeri sono chiamati a votare sul futuro degli allevamenti intensivi di animali. Se vincerà il sì la produzione zootecnica svizzera cesserà di esistere.

Il 25 settembre i cittadini svizzeri sono chiamati a votare attraverso un referendum sul futuro degli allevamenti intensivi di animali. Se vincerà il sì la produzione zootecnica svizzera cesserà di esistere. È questa l’ultima iniziativa portata avanti in Svizzera, paese che ha una legislazione tra le più severe in quanto a difesa degli animali. L’attenzione alla protezione animale è, infatti, molto alta: ad esempio, il Consiglio Federale Svizzero promuove, come sancito nella Costituzione, forme di produzione agricola in sintonia con l’ambiente e stalle con accesso a spazi esterni per gli animali.

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Raccolta firme del 2019

Già nel 2019 si erano mossi i primi veri passi verso un ipotetico referendum. L’iniziativa prendeva il nome di  Keine Massentierhaltung in der Schweiz (Nessun allevamento intensivo in Svizzera). Il suo scopo era già quello di mettere al bando gli allevamenti intensivi in Svizzera. A quanto sembra, la legislazione sulla protezione degli animali in vigore non bastava a impedire la negligenza del benessere e della dignità degli animali. Meret Schneider, responsabile dell’associazione promotrice della campagna Sentience Politics, ha affermato che oltre il 50% degli animali non conosce vita all’aperto prima della macellazione.

Il 17 settembre del 2019, dopo poco tempo dall’essere indetta, la raccolta ha raggiungo le 100mila firme necessarie. Pochi mesi dopo, in Parlamento avverrà la discussione in merito, che porterà a sostenitori e oppositori.

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Grazie, dunque, alla Keine Massentierhaltung in der Schweiz nei mesi successivi sarebbe stata discussa la modifica dell’articolo 80 sulla protezione degli animali della Costituzione federale. L’obiettivo era, ed è tuttora, questo: “vietare l’allevamento intensivo finalizzato alla produzione più efficiente possibile di prodotti derivati da animali, nell’ambito del quale il benessere di questi ultimi è leso sistematicamente”.

Cosa prevede la vittoria del sì del referendum

Oggi il referendum sul futuro degli allevamenti intensivi è alle porte. La domanda a cui i cittadini svizzeri dovranno rispondere è: “Volete accettare l’iniziativa popolare ‘No all’allevamento intensivo in Svizzera?'”. I promotori dell’iniziativa chiedono che l’allevamento intensivo venga vietato per varie ragioni: per tutelare il benessere degli animali, per proteggere la salute degli esseri umani (pensiamo ai rischi pandemici e sanitari), e per garantire una produzione alimentare sostenibile alla luce del forte impatto che gli allevamenti intensivi hanno sull’ambiente.

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Non tutti però sono favorevoli alla proposta. A respingere l’iniziativa sono il Consiglio federale e il Parlamento secondo cui i cosiddetti ‘animali da reddito’ sono già tutelati abbondantemente. Inoltre, i detrattori dell’iniziativa sostengono che rispettare il conseguente divieto d’importazione per i prodotti che non rispettano gli standard bio di allevamento sarebbe complicato e costoso, e il prezzo dei prodotti animali sarebbe maggiore.

Non resta che aspettare il 25 settembre e scoprire l’esito di questa iniziativa, che ha tutti i connotati per rappresentare una svolta per il Paese e un punto di partenza – chissà – per un’emancipazione ambientalista in tutta Europa.

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Nata a Roma, è laureata in lettere moderne. Vegana da anni, è vicina alle tematiche ambientali e ha svolto progetti universitari per contrastare il riscaldamento globale con l'adozione di uno stile di vita vegan. Si occupa costantemente di sostegno alle donne vittime di violenza. Ha perfezionato la sua passione per la scrittura durante un corso di scrittura radiofonica quando ancora era studentessa, successivamente ha collaborato in testate giornalistiche romane e come social media manager per blog professionisti di viaggi. Ama i gatti, i viaggi on the road e zaino in spalla, e soprattutto la Spagna, dove ha studiato con la borsa Erasmus.

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