Con la fine dell’anno 2021 termina la stagione degli uragani, una delle peggiori di sempre. Passata la tempesta, è tempo di mettersi a studiare e preservare il pianeta
Bill, Claudette, Elsa, Fred, Grace sono solo alcuni dei nomi degli uragani e delle tempeste tropicali che si sono verificati nel 2021. Questa stagione, iniziata in anticipo e intensificatasi rapidamente, si è ufficialmente conclusa il 30 novembre.
Essa ha mancato di poco il titolo di “peggiore stagione della storia”, ma in compenso ha consolidato l’andamento crescente delle grandi perturbazioni che si abbattono sull’Atlantico.
La stagione degli uragani 2021
7 uragani, di cui 4 classificati come uragani maggiori, e 21 tempeste tropicali sono il risultato finale della stagione degli uragani 2021.
Anche quest’anno hanno esaurito le lettere dell’alfabeto, metodo di assegnazione dei nomi applicato dal National Hurricane Center dal 1953.
L’applicazione del nome è direttamente legata all’intensità della perturbazione.
Questi fenomeni si differenziano gli uni dagli altri per la diversa velocità dei venti che li provocano:
– 64km/h, le tempeste tropicali;
– 118km/h, gli uragani;
– 178km/h, gli uragani maggiori.
L’OMM, Organizzazione Metereologica Mondiale, afferma che questa del 2021 è la sesta stagione consecutiva caratterizzata da uragani atlantici sopra la norma.
Le ricerche e le osservazioni della NOAA
L’arrivo imminente di queste violente tempeste è stato accuratamente previsto dal Climate Prediction Center della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), una divisione specifica che si occupa delle previsioni atmosferiche nei mesi di maggio e di agosto.
Gli scienziati attribuiscono l’aumento della potenza degli uragani degli ultimi anni alla fase calda dell’Atlantic Multidecadal Oscillation (AMO) iniziata nel 1995, che ha come conseguenze tempeste più intense, più numerose e più durature. Inoltre, contribuisce in maniera significativa anche il riscaldamento climatico globale, i cui effetti si ripercuotono sulle dimensioni e sull’intensità dei cicloni tropicali.
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L’attività della stagione di quest’anno è cominciata presto, il 22 maggio con la tempesta tropicale Ana, e si è rafforzata velocemente.
Matthew Rosencrans, capo previsore stagionale degli uragani presso il Centro di previsione del clima della NOAA, afferma che:
“Fattori climatici, che includono la Niña, temperature della superficie del mare superiori alla norma all’inizio della stagione, e elevate precipitazioni monsoniche dell’Africa occidentale sono stati i principali responsabili di questa stagione degli uragani al di sopra della media”.
Prevenire è sempre meglio
La NOAA si occupa di fornire preventivamente i dati e i servizi necessari per proteggere la vita e la proprietà delle persone in tutte le fasi delle tempeste.
In questo modo rende possibile l’attuazione di una adeguata strategia di resistenza e difesa prima, e di ricostruzione e ripresa dopo.
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Per ottenere migliori previsioni che consentano ai ricercatori di comprendere meglio le dinamiche alla base dei processi di sviluppo di una tempesta, il Laboratorio Oceanografico e Meteorologico Atlantico della NOAA ha utilizzato con successo nuovi Saildrones. Questi particolari strumenti hanno l’aspetto di grandi “vele” rosse e arancioni. Essi sono in grado di raccogliere e trasmettere grandi quantità di dati sulle tempeste, anche in condizioni estreme.
Vengono anche usati specifici aerei capaci di fornire immagini molto importanti che permettono di identificare l’entità dei danni causati dagli uragani alle infrastrutture e alle comunità che vivono lungo la costa.
Lo studio e la previsione di imponenti fenomeni naturali come questi sono fondamentali per riuscire a proteggersi da calamità altrimenti incontrastabili.
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L’uragano Ida
L’uragano Ida si è distinto per la sua forza e per le disastrose perdite che ha provocato. Classificata di categoria 4 sulla scala Saffir Simpson, Ida ha attraversato Cuba, i Caraibi e altre isole, fino ad atterrare a New Orleans il 30 agosto, anniversario dell’uragano Katrina.
Le sue devastanti inondazioni hanno causato un numero elevato di vittime e ingenti danni alle infrastrutture, con conseguenti interruzioni della corrente e dei sistemi di trasporto.
Ulteriori pericoli quando arriva un uragano
I cicloni tropicali, che comprendono uragani, tempeste e depressioni tropicali, portano con sé ulteriori pericoli che si scatenano con il loro arrivo. Come ad esempio, l’onda di tempesta, un anomalo sollevamento del livello del mare provocato dai forti venti.
Essa, insieme alle onde d’urto, può viaggiare diverse miglia nell’entroterra, causando la distruzione di molte abitazioni e innumerevoli morti. Improvvise inondazioni sommergono strade e, come prepotenti ospiti indesiderati, entrano con la forza all’interno delle case e portano via ciò che trovano. Impetuosi venti di uragano devastano fabbricati ed edifici, trascinando con sé lamiere, insegne e altri oggetti che si trasformano in proiettili vaganti altrettanto pericolosi.
La venuta di cicloni tropicali, può essere talvolta accompagnata anche dalla presenza di tornado generati da temporali particolarmente violenti.
Previsioni per il futuro
La stagione degli uragani del 2022 dovrebbe cominciare il 1° giugno, ma non è escluso che la NOAA e la OMM applichino un anticipo di due settimane.
Bisogna comunque aspettare l’arrivo di maggio per avere la pubblicazione delle previsioni da parte della NOAA.
L’unica cosa che si può fare adesso è aspettare, preparandosi al meglio alle tempeste che si verificheranno la prossima stagione.
