La Commissione Europea presenta una proposta di direttiva per l’introduzione di un caricabatterie universale per i dispositivi mobili, ma non tutti i produttori sono d’accordo
“Ne abbiamo abbastanza di trovare nello zaino il caricatore sbagliato per il nostro dispositivo”. La nota della deputata europea Anna Cavazzini esprime la soddisfazione del Parlamento Europeo: dopo anni di richieste, la Commissione ha finalmente affrontato il nodo del caricabatterie universale per i dispositivi mobili.
Il 23 settembre l’organo esecutivo dell’Unione Europea ha presentato una proposta di direttiva per armonizzare le porte d’ingresso per la ricarica di smartphones e simili apparecchi (tablet, fotocamere digitali, speaker portatili e auricolari). La Commissione Europea chiede ai produttori di adottare come porta universale europea il tipo USB-C, per permettere la ricarica con lo stesso caricabatterie indipendentemente dalla marca. La proposta legislativa, ora all’attenzione del Parlamento, prevede anche la possibilità per i consumatori di acquistare un nuovo apparecchio elettronico senza per forza comprare anche un caricatore.
I vantaggi dei caricabatterie universali
L’iniziativa della Commissione si allinea alle promesse di circolarità fatte dall’Unione Europea. Va ad attaccare il flusso di rifiuti elettronici, in continua e sempre più rapida crescita. “Rappresenta un passo importante per aumentare la praticità e ridurre gli sprechi”, ha spiegato il commissario europeo Thierry Breton.
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Un passo fondamentale su cui però gli organi comunitari tentennano da anni. Già nel 2009 la Commissione Europea tentò di limitare la frammentazione sul mercato dei caricabatterie, ma senza imporre schemi vincolanti. Si giunse soltanto a un protocollo d’intesa tra le principali aziende telefoniche, che si impegnarono ad armonizzare le soluzioni di ricarica dei propri dispositivi. Un impegno su base volontaria, che negli anni si è dimostrato insufficiente. Per questo nel corso degli anni il Parlamento ha richiesto a più riprese di adottare provvedimenti più incisivi. In una risoluzione adottata nel gennaio 2020 ha definito l’adozione di caricabatterie universali “una questione urgente”.
I dubbi di Apple sui caricatori universali
Viene allora da chiedersi quali resistenze abbiano incontrato le pressioni del Parlamento. Perché sono serviti così tanti anni per giungere a questa proposta di direttiva? Sono le aziende produttrici a opporsi all’armonizzazione dei caricatori, e in particolare una: Apple. I suoi dispositivi, alimentati dai cavi Lightning, dovranno affrontare un restyling tecnico per sbarcare sui mercati europei. Un’ipotesi che non piace affatto all’impresa di Cupertino. “Siamo preoccupati che una regolamentazione severa che imponga un solo tipo di connettore soffochi l’innovazione anziché incoraggiarla, il che a sua volta danneggerà i consumatori”, ha spiegato in passato in una nota.
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I prossimi passi verso il caricabatterie universale
In ogni caso Apple avrà tutto il tempo per adattarsi ai nuovi standard europei sui caricabatterie universale. Passeranno infatti diversi anni prima di poter dire addio al groviglio di cavi che popola il nostro cassetto. La proposta legislativa dovrà essere dibattuta dal Parlamento Europeo e dai governi nazionali, che potranno suggerire degli emendamenti. La Direttiva potrebbe quindi essere emanata nel corso del 2022. Da quel momento, le imprese produttrici avranno ancora 24 mesi per cambiare i cavi di alimentazione dei propri dispositivi.
