Oggi 20 marzo è la Giornata Internazionale della Felicità, una commemorazione istituita dall’ONU nella consapevolezza che la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità. Ma come si misura la felicità?
Oggi 20 marzo è la Giornata Internazionale della Felicità. Questa commemorazione fu istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite il 28 giugno del 2012 e da quell’anno viene festeggiata in tutti i paesi membri. Il suo scopo? Riconoscere l’importanza della felicità e del benessere come aspirazioni universali degli esseri umani e l’importanza della loro inclusione nelle politiche governative.
Effettivamente, tutti cerchiamo la felicità ed essa rappresenta uno dei diritti fondamentali dell’uomo e scopo fondamentale della vita. Ma come si può misurare la felicità? La risposta è nella FIL, la Felicità Interna Lorda.
La Felicità Interna Lorda (in inglese Gross National Happiness – GNH) è un tentativo, in parte ironico ma anche sociologico, di misurare la felicità. Questo indicatore misura la qualità della vita in termini più olistici e psicologici rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL), senza considerare la ricchezza.
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La FIL non si basa sulla crescita economica ma piuttosto sulla premessa che il vero sviluppo della società umana si trova nel completamento e nel reciproco rafforzamento dello sviluppo materiale e spirituale. I quattro pilastri centrali della FIL sono:
- la promozione di uno sviluppo socioeconomico sostenibile ed egualitario,
- la conservazione e la promozione dei valori culturali,
- la conservazione dell’ambiente
- l’istituzione del buon governo
L’indice della Felicità Interna Lorda fu inventato nel 1972 in Inghilterra. Nonostante ciò, non fu messo in atto fino a pochi anni fa. Soltanto il Bhutan, un piccolo Stato situato sulle montagne tra l’India, il Nepal e la Cina, può vantarsi di essere il primo ad averlo fatto. Il suo ex-re decise di adottare l’indice della FIL come filosofia di base della vita bhutanese.
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Secondo alcuni dati occidentali, il Bhutan è uno dei paesi più poveri dell’Asia, con un PIL pro capite di 3243 dollari (dato del 2018). Paradossalmente, è anche considerata la nazione più felice del continente e l’ottava del mondo. I criteri presi in considerazione sono la qualità dell’aria, la salute dei cittadini, l’istruzione e la ricchezza dei rapporti sociali.
Nel Bhutan nessuno è economicamente indigente, non c’è criminalità e il 90% della popolazione ha accesso gratis alla sanità e all’istruzione pubblica. Il paese si basa sulla filosofia buddhista, ponendo la persona al centro dello sviluppo e riconoscendo che l’individuo, oltre ai bisogni materiali, ha necessità etiche e spirituali.
Nella Giornata Internazionale della Felicità, l’ONU sostiene che essa oggi è seriamente minacciata, soprattutto per la crisi scatenata dalla pandemia del Covid-19. Forse, più che mai, è il momento di considerare non solo il PIL ma anche il benessere dei cittadini.
