Cambiare vita al costo di un appartamento in una grande città. A Castelmagno, in alta Val Grana, nel Cuneese, c’è un’intera borgata di montagna in vendita. Al prezzo di 360mila euro. Curiosi? E come non esserlo, soprattutto se il nostro desiderio è lasciarci alle spalle smog e frenesia dei grandi centri urbani.
Borgata in vendita, l’annuncio
“Vendesi azienda agricola di circa 22 ettari fra pascoli, seminativi, boschi e orti con annessa tipica borgata alpina (Batuira) parzialmente ristrutturata”, recita l’annuncio apparso sul sito Subito.it. Il “pacchetto” comprende, oltre a tre baite collabenti, cinque baite (di cui due con soppalco) in pietra e legno, una legnaia, due stalle, tre magazzini, una stanza con forno a legna, un’ulteriore baita indipendente ristrutturata, un fienile, una fontana e una zona per fare il barbecue.
La borgata si trova sulla strada Colletto-Valliera, a 1612 mt. “La strada da Colletto a Valliera è asfaltata (1,6 km), il tratto che separa Valliera da Batuira è sterrato e percorribile in pochi minuti con un comodo fuoristrada”.
Valorizzazione dei borghi montani, una risposta alla crisi
Il proprietario Franco Biglia aveva acquistato la borgata una decina di anni fa. “L’avevo presa con un socio, ho fatto un po’ di lavori di ristrutturazione e l’ho tenuta in vita con passione” ha spiegato. “Ora però sto invecchiando, mantenerla richiede impegno e purtroppo non ce la faccio più“. Di qui, la decisione di vendere, offrendo ai potenziali acquirenti un’opportunità inaspettata per dare una nuova direzione alla propria vita.
“È importante ci sia un mercato attorno a interi borghi, dal Piemonte alla Sicilia” ha commentato Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem, l’Unione nazionale dei comuni montani. “Qui si può fare impresa, produrre reddito, avere migliore vivibilità e benessere. Questi borghi possono essere la soluzione alla crisi del mondo urbano. Ma servono precise strategie, supporti finanziari a chi acquista, meno burocrazia per il recupero architettonico, agevolazioni fiscali per le imprese che si insediano in questi borghi rivitalizzati“.
Da tempo l’Uncem si impegna per rendere appetibili le aree montane. E per la verità, al momento, qualche possibilità per ottenere un supporto economico già esiste. Ad esempio, il bando per il recupero dei borghi varato dalla Regione Piemonte, in scadenza a marzo, ha attualmente collezionato una sessantina di domande.
“I cambiamenti climatici spingeranno molte persone, nei prossimi 30 anni, a vivere fuori dalle aree urbane” ha aggiunto Bussone. Volenti o nolenti, dunque, servirà un cambio deciso di mentalità.
Resilienza, condivisione, rispetto per il territorio e per le risorse le parole chiave di questo nuovo paradigma. E se una possibile risposta alla crisi economica e ambientale fosse proprio la rivalorizzazione dei borghi alpini?
[immagini @Subito.it. Fonti articolo: La Repubblica, Ansa, La Stampa]
