Gli effetti devastanti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutto il mondo ma le iniziative impattanti per contrastarli risultano ancora limitate. Per questo motivo, sabato 17 novembre, intorno alle 10 del mattino (le 11 italiane) gli ambientalisti del gruppo Extinction Rebellion hanno deciso di scendere in piazza a Londra, chiedendo al proprio governo di intervenire con azioni concrete.

Gli attivisti hanno bloccato il traffico su cinque dei principali ponti sul Tamigi: il Southwark, il Blackfriars, il Waterloo, il Westminster e il Lambeth, in quella che è stata definita dal Guardian “uno dei più grandi atti di disobbedienza civile pacifica avvenuti nel Regno Unito da decenni a questa parte”.
I protagonisti della protesta contro il cambiamento climatico
I ponti sono stati occupati da circa 6mila persone di ogni fascia d’età: dai giovanissimi ai pensionati. Ottantacinque dei manifestanti sono stati arrestati. Come evidenziato dal Guardian, l’iniziativa appartiene a una campagna di disobbedienza civile di massa organizzata dal nuovo gruppo Extinction Rebellion, che punta a costringere i governi a trattare le minacce del cambiamento climatico e dell’estinzione al pari di una crisi.
Il gruppo, che cita il movimento per i diritti civili, le suffragette e Mahatma Gandhi come fonti di ispirazione, ha chiesto alle autorità governative di azzerare le emissioni di anidride carbonica entro il 2025 e di istituire un’assemblea dei cittadini per ideare un piano d’azione di emergenza simile a quello realizzato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Attendiamo i futuri sviluppi per vedere quanti e quali risultati si otterranno.
