Concentrato di benessere e salute, il germoglio è un alimento da scoprire e apprezzare in cucina per le sue notevoli proprietà. La primavera è la stagione ideale per provare a coltivarli in casa.
I germogli si ottengono dai semi di cereali, legumi e altri vegetali. Sono rinomati in quanto importanti fonti nutrizionali da inserire nella dieta. Si possono coltivare facilmente anche in casa con un minimo dispendio economico.
Germogli da mangiare
Da quasi tutti i semi di piante commestibili si possono ottenere questi concentrati di salute e benessere. Dall’antica tradizione orientale, ad esempio, i germogli di soia si sono ormai diffusi anche in Occidente. Tra i semi germogliati ad uso alimentare troviamo anche quelli di girasole, senape, rucola, ravanello e molti altri. Non mancano, inoltre, i germogli provenienti da cereali, come grano e orzo, oppure da legumi come ceci e lenticchie. Il sapore varia in base al semi di provenienza ma è tendenzialmente dolciastro o leggermente piccante.

Germogli: proprietà
Ricchi di vitamine, enzimi, oligoelementi e amminoacidi essenziali, sono alimenti facilmente digeribili pur avendo un contenuto energetico elevato.
Grazie al processo di germinazione, i semi aumentano il loro apporto proteico e la capacità di assimilazione di sali minerali, quali calcio, ferro, fosforo e magnesio. Si incrementa anche il contenuto di vitamina C e B12 e la relativa assimilazione. Si rivelano pertanto una valida fonte di nutrienti per chi ha scelto una dieta vegetariana o vegana.
I semi germogliati vantano proprietà antinfiammatorie e analgesiche, oltre ad essere degli ottimi integratori naturali. Sono infatti rinforzanti e ricostituenti per l’organismo, anche a seguito di periodi di convalescenza, stanchezza o affaticamento. Favoriscono la diuresi contrastando così la tendenza alla ritenzione idrica. Aiutano anche in caso di difficoltà digestive per via dell’alto contenuto di fibra alimentare.
Germogli tossici
Nonostante i numerosi vantaggi nutritivi, anche il germoglio può rivelarsi un alimento tossico. Non tutti, infatti, sono commestibili ed è per questo che in alcuni casi è preferibile sbollentarli prima del consumo. È il caso, in particolare, dei semi germogliati di alcuni legumi, come soia, ceci, fagioli e piselli.
Occorre, inoltre, prestare particolare attenzione all’uso di questi alimenti se si soffre di colite e/o sindrome del colon irritabile. In questi casi può essere necessario assicurarsi di non irritare le mucosa gastriche e intestinali consumando piccole quantità iniziali per verificare le reazioni del corpo.
Coltivare germogli
Quando si decide di cimentarsi con la coltivazione casalinga è preferibile scegliere semi provenienti da agricoltura biologica e preventivamente sciacquarli per eliminare eventuali impurità. Far germinare i semi in casa è piuttosto semplice. Dopo aver disposto uno strato di 1 cm di semi secchi su un recipiente di vetro a base larga, lasciarli in ammollo per 12 ore. Buttare allora l’acqua utilizzata e risciacquarli mantenendoli in un ambiente umido per pochi giorni. Una volta cresciuti, possono essere riposti in barattoli di vetro dopo averli lavati e scolati. Si possono utilizzare anche appositi germogliatori a più ripiani per coltivare in contemporanea diversi tipi di semi.
Nel caso in cui non si consumino subito, si possono conservare in frigo per circa 5-6 giorni, risciacquandoli ogni 2 giorni circa.
Germogli: ricette

Si possono consumare crudi o previa breve cottura. Si prestano bene come ingredienti per piatti ispirati alla tradizione gastronomica orientale o fusion o semplicemente per la preparazione di insalate miste condite con oli vegetali. Possono inoltre essere aggiunti alle zuppe a fine cottura o nella preparazione di polpette vegetali.
