Earth Emojis, un nuovo modo di manifestare e protestare immediato e universale che rivoluziona il mondo della comunicazione ambientale
Colorate, stilizzate, assolutamente universali e riconoscibili da tutti: ecco descritte le “emoticon”, le faccine dalle mille emozioni che tanto utilizziamo per comunicare nell’etere e che ora, con le Earth Emojis, entrano ufficialmente a fare parte della comunicazione ambientale.
L’uso d’ideogrammi, nella comunicazione contemporanea, è una tendenza sempre più estesa soprattutto grazie alla diffusione massiccia in Occidente dei social media e della tecnologia. L’origine, però, non è così attuale come si potrebbe pensare, ma si è diffusa intorno agli anni Novanta e arriva dal Giappone: infatti, il “papà” degli “emoji” è Shigetaka Kurita, un ingegnere che s’ispirò ai tradizionali manga giapponesi.
Se i puristi della lingua inorridiscono di fronte a cuoricini e faccine, altri studiosi ne evidenziano i pregi. Simboli e disegni rientrano nel grande ambito della comunicazione visiva che affianca e arricchisce quella scritta rendendola più immediata, sintetica e divertente. Spesso una faccina vicino a una parola può evidenziare un tono scherzoso, un’inclinazione positiva o anche negativa, ma soprattutto rende il tutto più emozionante. In una società in cui riceviamo continuamente stimoli e input, in cui l’interazione in rete è attiva 24 ore su 24 solo ciò che ci colpisce può essere ricordato e allora diventa fondamentale sapersi distinguere. In ciò gli emoji ci possono dare un grande aiuto.
Se fino ad oggi gli emoji hanno fatto parte del mondo della comunicazione personale, c’è chi ha pensato di utilizzarli anche nel mondo della comunicazione sociale/ambientale.
Così alla People’s Climate March di Londra (il 7 marzo scorso), sono comparsi cartelli di protesta non con i classici slogan, bensì con gli emoji. L’idea, veramente vincente, è stata di Naresh Ramchandani designer di fama mondiale, che insieme alla sua equipe (Pentagram) ha creato degli Earth Emojis, ossia delle cartoline di protesta in cui non vi erano parole scritte, ma solo ed esclusivamente disegni e simboli.
Una vera e propria rivoluzione comunicativa che evidenzia quanto i social media abbiano cambiato il modo di comunicare e anche di manifestare il dissenso. I cartelli della manifestazione di Londra sono colorati, semplici e immediati e difendono l’ambiente più di mille parole o discorsi perché colpiscono dritti al cuore.
Il linguaggio degli emoji ci catapulta in una nuova estetica della comunicazione senza barriere linguistiche, accessibile a tutti, immediata e vincente. Un’arma potentissima per difendere le idee in cui crediamo, per esprimere al meglio noi stessi e i nostri pensieri.
