Non è un film di Natale, ma in prossimità delle feste lascerà sotto l’albero divertimento, buoni sentimenti e un importante messaggio a favore dei diritti degli animali. Si tratta di Ferdinand, un’avventura animata in arrivo nei cinema italiani a partire dal 21 dicembre 2017, per la regia di Carlos Saldanha.
Il film si basa sul libro del 1936 La storia del toro Ferdinando, scritto da Munro Leaf, e porta sul grande schermo tutta la simpatia di un protagonista davvero speciale, che aiuterà piccoli e grandi spettatori a riflettere sul senso delle azioni umane nei confronti degli animali, sempre indifesi qualunque sia la loro stazza.
Il toro Ferdinand, che nella versione originale del film avrà la voce del wrestler John Cena, è un tipo grande e grosso, all’apparenza aggressivo, con un lucente manto nero e un paio di corna voluminose. Anche se il suo aspetto è feroce, c’è qualcosa che distingue Ferdinand da tutti gli altri tori, o quanto meno dall’idea comune che la gente ha di loro. Ferdinand è gentile e pacifico, ma gli umani non riescono a vedere altro che la sua forza e la sua presunta pericolosità. Nessuno conosce la sua dolcezza e chi lo incontra non fa altro che scappare o desiderare di sfidarlo in un’arena.
Le corride e le manifestazioni di potenza non interessano affatto a Ferdinand, che preferisce stiracchiarsi nei prati in fiore e annusare le sue amate margherite. Di tanto in tanto si concede anche delle passeggiate nelle vie dei paesini spagnoli in cerca di nuovi amici. Un giorno, a causa di un malinteso, Ferdinand viene scambiato per un toro da corrida che non aspetta altro che combattere, così viene catturato con lo scopo di presentarlo davanti ad un torero.
Grazie all’aiuto degli altri animali della fattoria, spinto dal forte legame con una bimba molto più sensibile degli adulti, Ferdinand orchestrerà un piano rocambolesco per tornare a casa.
Sarà un’avventura ricca di divertimento e per tutta la famiglia, che ci insegna ad essere ciò che siamo e a respingere i pregiudizi. Il film è anche l’occasione con cui il cinema vuole portare alla ribalta un tema importante come quello dello sfruttamento degli animali, degli abusi perpetuati in nome dello spettacolo e del folklore. Pratiche crudeli e dannose per la salute degli esemplari, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico.
Quella del toro Ferdinand è una storia antica e paradigmatica, con una valenza ed un fascino rimasti immutati nel tempo. Già in passato il racconto ha raggiunto il successo nella sua trasposizione cinematografica, con il cortometraggio del 1938 dal titolo Ferdinando il toro, di Dick Rickard.
Punto da una vespa, Ferdinando cominciò a scalciare e ad attirare l’attenzione di alcuni uomini, che lo presero e lo condussero nel giro delle corride. Sotto gli sguardi della folla acclamante, faccia a faccia con il torero, il toro si rifiutò di combattere e si mise ad annusare un mazzolino di margherite al centro dell’arena.
Un racconto semplice, ma efficace, che arriva dritto al cuore con una forza dirompente. Con la leggerezza e la semplicità di un film animato, il pubblico può guardare le cose da una nuova prospettiva, attraverso gli occhi del toro e non più del torero. Ed è attraverso quelli che, oggi come allora, può emozionarsi e trarre un fondamentale insegnamento.
Non bisogna forzare la natura imponendo il proprio potere e il proprio egoismo. Non bisogna avere la presunzione di ritenersi essere superiori e di poter sfruttare i più deboli. Non bisogna mai dimenticare che tutti gli animali hanno un cuore grande e puro, proprio come quello di Ferdinand.