Immaginate una periferia: alti palazzi tutti uguali, lattine e bottiglie vuote ai margini dei marciapiedi, lampioni impolverati e storti. Non esiste che un colore: il grigio. È come entrare nella soffitta di una villa lussuosa; lì si trova tutto quello che è inservibile e rovinato.
Adesso immaginate una periferia di una grande città, nelle cui strade passeggia beato un gregge: uno scampanellio discreto mentre aspetta tranquillo che il semaforo diventi verde per attraversare e, guidato dal suo pastore, bruca l’erba incolta e gli arbusti invadenti.
Non è il sogno fantastico di un tempo bucolico perduto, ma la realtà: è La bergerie des Malassis a Bagnolet, periferia est di Parigi.
La bergerie des Malassis
Gilles Amar, capelli raccolti in uno chignon e barba bruna, ha ideato La bergerie des Malassis, un “ovile pedagogico”, costruito interamente con materiali di recupero su un prato, nel quartiere Malassis, nella periferia est di Parigi.
Ci vivono ventiquattro capre e tre pecore, le quali producono il latte per gli abitanti del quartiere, che ogni mattina vanno a comprarlo fresco di giornata.
Amar, con il sostegno dell’associazione Sors de Terre, ha ideato questo progetto per offrire agli adulti, ai giovani e ai bambini che vivono in questo quartiere, un posto dove stare insieme e scambiare due chiacchiere.
Secondo Amar «Allevare capre in città è un progetto utopico e vagamente trasgressivo. Ma sono certo che faccia del bene alla comunità, altrimenti non verrebbero a trovarmi in così tanti».
E in effetti, gli abitanti del quartiere sembrano molto coinvolti nel progetto, del quale dicono: «Vengo a prendere il latte di capra ogni mattina. Lo bevo con i datteri dell’Algeria, mi ricorda la mia infanzia».
«Quando vengo qui, non penso alla mia età, alle malattie, alle tasse. Voglio dipingere, voglio piantare. Scambio semi di papavero e semi di lino blu. Porto le bucce di frutta e verdura e faccio compost per le piante del mio balcone».
Nella bergerie des Malassis si organizzano anche sessioni di pet therapy per i bambini e i ragazzi con disabilità, in collaborazione con l’azienda sanitaria locale.
L’associazione, inoltre, è chiamata per “pulire” gli spazi verdi dei quartieri più ricchi, poiché capre e pecore, brucando, falciano i prati alla perfezione.
Così Amar sceglie gli animali con i denti più aguzzi, li carica sul suo pulmino, e li porta a brucare l’erba delle eleganti aiuole del centro città.
La bergerie des Malassis e i suoi detrattori
Ma non è una vita del tutto idillica quella di Gilles Amar e dei suoi collaboratori: devono, infatti, fare i conti con la politica locale, che reclama il prato su cui è stato costruito l’ovile per edificare la zona. Il problema, purtroppo, è che ne ha il diritto.
Dice Amar: «Saremo costretti a traslocare perché il nostro terreno fa troppo gola ad alcuni imprenditori edili. Ma con l’aiuto dei residenti abbiamo ottenuto un altro spazio dove poter ricostruire la nostra attività, non troppo lontano, e da dove ci hanno promesso che non ci sloggeranno per i prossimi diciotto anni».
C’è anche chi non tollera capre e pecore in città perché puzzano e sporcano.
Ma il sogno di Amar oltrepassa questi problemi: vorrebbe che un giorno, un gruppo di giovani appassionati, possa ingrandire il progetto e vivere dei suoi proventi.
Speriamo che il sogno di Gilles si avveri, perché c’è bisogno di tornare a un modello di vita più vicino alla Natura e agli animali, per ritornare a essere (più) “umani”.