Ci sono molti modi per combattere il bracconaggio e, tra questi, il più originale è certamente il ricorso alle arti marziali. Quando si parla di queste nobili e affascinanti tecniche di combattimento orientali non si può non pensare all’attore e regista cinese Jackie Chan, che proprio in questi giorni è diventato protagonista di una singolare ed irresistibile campagna di comunicazione contro i bracconieri.
Con l’ironia di sempre e con una tradizione che, più che violenza, rievoca i concetti di autodifesa e spiritualità, Jackie Chan ha preso parte ad una brillante iniziativa promossa da WildAid e The Nature Conservancy. Le due organizzazioni, che si battono per preservare le specie, hanno deciso di portare alla ribalta l’impressionante sterminio dei pangolini, un orrore di cui si sente parlare troppo poco.
I pangolini sono dei formichieri squamosi dall’aspetto simpatico, unici animali appartenenti all’ordine dei Folidoti, che però hanno la triste distinzione di essere i mammiferi più contrabbandati al mondo. Molto richiesti in Asia, la loro carne, le loro squame, e persino i loro feti, vengono utilizzati nella ristorazione e nell’industria farmaceutica, sebbene in questo caso non ci siano conferme scientifiche certificate in fatto di efficienza medica.
Nonostante l’ONU abbia messo al bando il commercio dei pangolini, migliaia di esemplari all’anno vengono uccisi e contrabbandati tra Africa e Asia, dove tutte le otto differenti specie esistenti rischiano seriamente l’estinzione.
Da qui il bellissimo video realizzato con la collaborazione di Jackie Chan, vera leggenda del cinema e protagonista di successi come “Dalla Cina con Furore” e “Pallottole cinesi”. Una trovata brillante per lanciare un messaggio di grande importanza, con un linguaggio leggero e ugualmente efficace. Allo stesso modo lo slogan che, giocando con il linguaggio delle arti marziali, recita: “Basta una semplice mossa per proteggere i pangolini”.
Nel video troviamo l’attore alle prese con tre dolcissimi pangolini, a cui è intento ad insegnare alcune mosse di arti marziali in pieno stile “Kung Fu Panda”, la saga animata a cui Jackie Chan ha partecipato in veste di doppiatore. Dopo l’iniziale timidezza dei goffi animaletti, famosi per il loro appallottolarsi in vista di un pericolo o di un predatore, l’arrivo di un bracconiere convincerà i pangolini a prendere coraggio e difendersi a colpi di kung fu, scacciando il loro aggressore nella pattumiera.
Nel mentre, Jackie Chan ricorda agli spettatori che uno dei migliori modi per combattere il bracconaggio è smettere di acquistare la carne di pangolino. È importante, infatti, prendere atto che alla base della caccia c’è l’acquisto. Se quest’ultimo dovesse venir meno, anche le uccisioni potrebbero finalmente cessare.
È proprio la domanda da parte delle compagnie farmaceutiche e del mondo della ristorazione ad ostacolare maggiormente l’interruzione del bracconaggio, del trasporto e del commercio illegale, pratiche che proseguono brutalmente nonostante i divieti. Il valore di mercato dei pangolini resta infatti molto alto e può raggiungere anche il migliaio di dollari.
Jackie Chan ha partecipato con entusiasmo alla realizzazione della campagna, ammonendo come sbagliata e insensata l’abitudine di mangiare e uccidere questi esemplari, aggravata dalla concreta possibilità della loro estinzione.
Ricorrendo alla spettacolarità e all’insita nobiltà d’animo del kung fu, Chan ha dimostrato di avere molto a cuore la natura e la biodiversità. Da parte di un artista simbolo dell’intera cultura asiatica e famoso in tutto il mondo, un insegnamento di profonda umanità e amore per l’ambiente volto a sensibilizzare il grande pubblico: lottare insieme per difendere i più deboli e mettere fine alla violenza verso gli animali.