In Francia è uscito nelle sale a giugno 2016 (e poi in molti altri Stati prima di approdare nel Belpaese) e, da allora, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.
Ha fatto parte della selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2016, film d’apertura del Lucca Comics, ha ricevuto il premio Un Certain Regard al Festival di Cannes 2016 e candidato agli Oscar 2017 come Miglior film d’animazione.
Studio Ghibli non delude mai e ci porta in mezzo all’oceano con La tartaruga rossa, lungometraggio animato per la regia di Michaël Dudok de Wit.
La trama è semplice: un uomo, in seguito ad uno tsunami, naufraga su un’isola deserta.
Il novello Robinson Crusoe cerca di fuggire in tutti i modi, ma viene sempre riportato indietro e ostacolato da una grande tartaruga rossa.
Nel momento in cui crede di aver sconfitto la creatura marina, la quale si trova morente sulla spiaggia, compare dal nulla una donna misteriosa e magica.
Si passa, quindi, da un immaginario simile al celebre romanzo di Defoe (per l’appunto, Robinson Crusoe), al Paradiso Terrestre descritto nella Genesi biblica.
Una terra incontaminata, un uomo e una donna.
Il nostro protagonista si dimentica dei tentativi di fuga e inizia la sua nuova vita in compagnia della fanciulla e successivamente, del bambino nato dalla loro unione. Nel corso del film, ovviamente, succedono imprevisti, catastrofi e sorprese che hanno fatto sì che ricevesse tutti i riconoscimenti citati poco sopra.
La grande particolarità del cartone animato è che è privo di dialoghi. Sopperisce a questa mancanza la bellezza mozzafiato delle immagini e la profondità del messaggio (forse proprio aiutata dal fatto che non vi sia presenza di parole).
Il fulcro del concetto alla base della storia risiede proprio nella metafora veicolata dalla tartaruga rossa ( che non svelerò per mantenere la sorpresa della visione) e nel rapporto, sia conflittuale che simbiotico, tra uomo e natura.
In uscita nei cinema italiani solo il 27, 28 e 29 marzo 2017, quindi, da non perdere!