Luc Jacquet torna al cinema con La marcia dei pinguini 2, con voce narrante di Pif e le riprese più incredibili del precedente documentario.
L’antico proverbio dice: “Una rondine non fa primavera“.
Oggi ne ho vista una per la prima volta e, nonostante ricordassi bene la celebre frase, mi sono un po’ spaventata. Abbiamo superato da poco la metà di febbraio, manca più di un mese all’inizio della stagione di Proserpina, ma un caldo sole (troppo caldo per i miei gusti e dato il periodo) brilla su Torino da qualche giorno. Per chi è amante dell’inverno queste avvisaglie premature di rinascita e di calore fanno decisamente arricciare il naso.
C’è una buona notizia, però. Chi voglia stare ancora un po’ immerso nella neve, nei climi rigidi e nei ghiacci perenni può andare al cinema dal 23 febbraio e godersi i paesaggi dell’Antartide nel sequel de La marcia dei pinguini, osannato documentario del 2005 diretto da Luc Jacquet.
Il titolo è quasi lo stesso, ma alle quattro parole del precedente lungometraggio si aggiunge un plus: il richiamo. È questa la tecnica usata dal buffo oviparo dei ghiacci, l’istintivo legame con l’oceano, seguendo il quale l’animale percorre chilometri e chilometri per raggiungere l’acqua, scoprendola quando è ancora giovane, o pescando in essa quando da adulto deve procurare il cibo per la prole.
Protagonista è un giovane pinguino imperatore che intraprende il suo primo viaggio insieme ai propri simili per una destinazione sconosciuta, guidato solo dall’istinto. Attraverso gli occhi e i ricordi di un pinguino anziano, anche noi potremo osservare da vicino questo momento decisivo della vita del cucciolo. Lo seguiremo in tutto il suo straordinario viaggio e nelle grandi sfide che lo aspettano a ogni passo.
Mentre nel 2005 la voce narrante era stata affidata a Morgan Freeman nella versione originale e a Fiorello in quella italiana, stavolta sarà Pif il narratore della vicenda.
A dieci anni di distanza, Jacquet ci riporta tra i ghiacci con la magia delle riprese in alta definizione e l’utilizzo di innovative camere subacquee e droni, per una nuova avventura alla scoperta dell’Antartide.