Educazione esperienziale, per una scuola che incoraggia all’avventura

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Educazione esperienziale, per una scuola che incoraggia all’avventura ultima modifica: 2016-10-04T08:00:30+02:00 da Irene Messina
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I bambini hanno sempre più bisogno di natura. In un’epoca in cui giocare e imparare non richiedono più alcuno sforzo e alcuna fantasia, i bambini stanno perdendo la capacità di inventare, di esplorare, di creare. Sporcarsi nel fango, arrampicarsi su un albero, costruire un rifugio, farsi male, sbagliare, imparare con l’esperienza all’aria aperta; è questo il nuovo approccio educativo di cui forse abbiamo bisogno e che si sta lentamente diffondendo in Italia.

Photo credits: Mina Chapman/Corbis

Nato in Danimarca negli anni 50 e poi adottato da Svizzera, Austria e Gran Bretagna, il metodo di educazione esperienziale è un modello innovativo, fondato sull’esperienza diretta e sull’errore, che pone al centro l’autonomia del bambino, intesa come gusto e piacere nella ricerca e nella scoperta autonoma. Fulcro dell’approccio educativo sono il movimento, l’esplorazione del mondo naturale e la curiosità, essenziali per la crescita e lo stimolo di quelle che sono le abilità personali di ogni fanciullo.

Alla base ci sono, ovviamente, l’educazione ambientale e lo stretto rapporto con la natura, vista come ambiente fondamentale e speciale per l’apprendimento. Nel nostro paese, da qualche anno e in alcune città si sta sperimentando questo nuovo modello educativo negli asili e nelle scuole nel bosco; strutture nate per rispondere a un bisogno di insegnanti, educatori e famiglie di riscoprire un’educazione e una crescita naturale dei bambini che va di pari passo con quella di qualsiasi altro elemento naturale.

scuola-bosco
Una didattica sperimentale, quella della pedagogia del bosco, che incoraggia all’avventura, a imparare l’uno dall’altro, a collaborare, a cercare nuove soluzioni e a sperimentare i propri limiti per costruire fiducia in se stessi e negli altri, dove l’errore non è più visto come una minaccia, ma diviene fattore fondamentale di crescita e apprendimento.

Nel 2012 è nata anche Nature Rock, una società che ha l’obiettivo di diffondere nelle scuole pubbliche del nostro paese il seme del metodo esperienziale. Fondata da Christian Mancini, educatore cresciuto in Germania secondo i principi dell’ experential learning, la società vuole fare breccia nel sistema educativo nazionale formando gli insegnanti della scuola pubblica. Proprio per questo ha lanciato il progetto “outdoor education bus”, un pulmino che da Novembre girerà l’Italia per offrire attività di educazione esperienziale nelle scuole lungo tutto lo stivale.

emilio

Un’altra iniziativa degna di nota è quella della Fondazione Villa Ghighi di Bologna, realtà impegnata in ogni sorta di attività di educazione ambientale e scuola nel bosco, che da qualche mese ospita la sede nazionale della rete delle “scuole pubbliche all’aperto”, costituitasi nel corso del 2016 a partire da una serie di esperienze educative in ambito bolognese, regionale e nazionale.

La rete nasce da un’alleanza tra genitori, insegnanti, educatori ambientali, ricercatori e docenti universitari italiani ed europei; si riconosce, inoltre, nel Decalogo delle Scuole Fuori e nei “Diritti naturali di bimbi e bimbe” del maestro e dirigente scolastico Gianfranco Zavalloni. L’obiettivo è la promozione di un accordo di rete nazionale verso l’istituzione di scuole pubbliche all’aperto.

Children having picnic
Proprio questo sabato 8 ottobre, dalle 10 alle 12.30, presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Università di Bologna, verrà presentato il progetto di Rete Nazionale delle Scuole all’Aperto rivolto a dirigenti scolastici referenti delle scuole e dei territori coinvolti.

Insomma, per citare i manuali di pedagogia e didattica sul tema, l’educazione e la cultura umana, se vogliono dare frutti, devono necessariamente avere i piedi nella Natura!

Educazione esperienziale, per una scuola che incoraggia all’avventura ultima modifica: 2016-10-04T08:00:30+02:00 da Irene Messina
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Educazione esperienziale, per una scuola che incoraggia all’avventura ultima modifica: 2016-10-04T08:00:30+02:00 da Irene Messina

Classe 1986, vive a Torino, metà Piemontese e metà Siciliana. Dopo un master sulla Comunicazione per la Sostenibilità Ambientale, si butta a capofitto in quelle che sono le sue passioni: ambiente, educazione e scrittura. Tutto comincia con la pubblicazione di un libro di favole a tema green che diffonde nelle scuole con uno spettacolo. Da lì, il passo è breve per diventare educatrice ambientale, in collaborazione con un’associazione che sviluppa percorsi di educazione alla sostenibilità e fattoria didattica. In costante ricerca di posti nuovi da scoprire, meglio se naturali e incontaminati, ha una vera ossessione per il viaggio che non le impedisce mai di trovare un momento per partire, zaino in spalla e taccuino in tasca.

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