Lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico è in procinto di riversare un fiume di più di un trilione di pezzi di plastica nell’oceano nel corso dei prossimi 10 anni. Secondo un recente rapporto scientifico, infatti, vi sarebbe un’enorme quantità di plastica intrappolata sotto i ghiacci, equivalente a più del doppio dell’immenso Garbage Patch (le isole di plastica galleggianti attualmente presenti nell’Oceano Pacifico). A seguito dello scioglimento inesorabile dei ghiacci, la plastica sarà rilasciata nelle acque oceaniche, minacciando la vita marina e danneggiando l’ecosistema oceanico.
Scioglimento dei ghiacci dell’Artico: il Report
Il rapporto evidenzia come gli scienziati abbiano scoperto una quantità inattesa di rifiuti intrappolati nei campioni di ghiaccio raccolti ed esaminati da differenti gruppi di ricerca. La maggior parte della plastica che inquina i ghiacci è costituita da microplastiche, che sono il prodotto della graduale distruzione delle materie plastiche abbandonate nell’ambiente a seguito della loro fotodegradazione. In alternativa, esse sono rilasciate dai cosmetici (quali gli scrub) contenenti microsfere. Tali microplastiche vengono intrappolate durante la formazione del ghiaccio, dove poi rimangono fino a quando il ghiaccio stesso non si scoglie.
Gli scienziati prevedono dunque che almeno 2.000 miliardi di metri cubi di ghiaccio artico si scioglieranno nel prossimo decennio, rilasciando negli oceani le microplastiche in esso contenute. Nel corso delle misurazioni effettuate, sono stati trovati ovunque dai 38 ai 234 pezzi di plastica per metro cubo di ghiaccio. Ciò significa che, nel peggiore dei casi, quella di un trilione di pezzi potrebbe anche essere una stima al ribasso. Ancora peggio, le microplastiche spesso agiscono come una sorta di magnete, attirando, trattenendo e veicolando gli inquinanti ambientali non facilmente idrosolubili, e potrebbero diventare in questo modo ancora più pericolose e tossiche se ingerite dalla fauna selvatica.
Secondo il WWF (qui il rapporto “Ghiaccio Bollente”), lo scioglimento dei ghiacci della Terra non è impattante solo per la fauna e l’ecosistema marino, ma riguarda molto da vicino anche gli esseri umani. Uscire dai combustibili fossili, a partire dal carbone, deve essere pertanto l’obiettivo ineludibile dell’intera umanità, come condizione per cercare di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C e scongiurare gli scenari più catastrofici. Come afferma il WWF nel suo rapporto: «Oggi possiamo agire, oggi dobbiamo agire: abbiamo le alternative ai combustibili fossili pronte, sono fonti rinnovabili e pulite; insieme all’uso razionale ed efficiente di energia e materiali, possiamo farcela e offrire a tutti nuove opportunità».