Invitanti e gustose, le gomme da masticare rappresentano un vezzo per milioni di persone, attratte dalle loro forme e dai loro colori. Le chewing-gum sono tra i prodotti più consumanti al mondo, ma soltanto in pochi conoscono realmente i mille volti che si celano dietro quelle che, soltanto in apparenza, sembrano essere delle innocue cicche zuccherate.
Ad indagare sui segreti delle gomme da masticare è il carismatico regista e attivista canadese Andrew Nisker, che con il suo documentario Dark Side of the Chew è stato tra i protagonisti del 18° Festival CinemAmbiente di Torino nella sezione Concorso One Hour. Il film è stato inoltre selezionato per il FIFE di Parigi, il Green Film Festival In Seoul, per Planet in Focus Film Festival di Toronto e per il dominicano DREFF, anch’essi membri del Green Film Network.
Con un approccio a 360°, il film affronta la questione delle chewing-gum nei suoi vari aspetti. La loro origine, risalente a circa 9000 anni fa, il loro boom sul mercato e nella pubblicità, il loro ruolo di status symbol del sogno americano.
Ad emergere, però, è un volto oscuro e complesso, il forte impatto che le gomme da masticare esercitano sulla salute e sull’ambiente. Una realtà scioccante e preoccupante avvalorata dalle testimonianze che il regista ha raccolto tra esperti, medici, studiosi e produttori.
A tutti è capitato di masticare delle gomme, ma la maggioranza di noi ignora che la loro composizione è in larga parte simile a quella della plastica, per via della presenza di polimeri sintetici dall’effetto dannoso. Ad essi si aggiunge spesso l’aspartame, un edulcorante risultato cancerogeno in diversi test di laboratorio. All’apparente sensazione di piacere e di relax, le chewing-gum contrappongono una concreta influenza negativa sul nostro organismo.
Al pari, il nostro ambiente risente in maniera considerevole del largo consumo di gomme da masticare, la seconda tipologia di rifiuti più diffusa al mondo. Si tratta di un prodotto difficilmente degradabile e invisibilmente presente negli spazi sociali. Nelle strade, nelle scuole, sui mezzi pubblici e sulle superfici dei più svariati oggetti, le tracce delle chewing-gum sono onnipresenti, complice l’inciviltà di molti cittadini.
Rimuovere le cicche comporta costi enormi anche dal punto di vista economico. Il loro impatto si riversa sulla natura e sulla società declinandosi in varie forme.
Un mosaico di realtà che il film riesce a comporre in modo efficace e dinamico, affidando la narrazione ad un linguaggio dai toni divertenti e scanzonati. Come una semplice gomma nasconde un lato oscuro, così anche il film, nella sua semplicità e nella sua leggerezza, fa emergere qualcosa di realmente serio e che fa riflettere profondamente.
Dalle parole delle parti in causa, dalle immagini scientifiche e dai dati raccolti, emerge la figura della gomma come un’entità pronta a sfuggire al nostro controllo, per sommergere uomini e città sotto un fluido colorato, appiccicoso e devastante.
Il viaggio del regista avanza in un intrigo di percorsi bui, ma la ricerca del lato oscuro si conclude con la scoperta di una luce di speranza. Nell’autenticità della giunga messicana c’è chi ancora oggi continua a produrre la gomma da masticare secondo metodi naturali, creando un prodotto organico, per nulla nocivo e facilmente degradabile, che niente ha a che vedere con le gomme delle grandi industrie.
È importante partire da qui, dalla natura stessa, per costruire le basi di un consumo più attento e responsabile.
Dark Side of the Chew ha ottenuto una Menzione Speciale durante l’edizione 2015 del Festival Cinemambiente di Torino, nella sezione di Concorso “One Hour”.