Riciclo scarpe vecchie? Il progetto ESOsport le raccoglie e le trasforma in pavimenti anticaduta per parchi-gioco e basi per piste di atletica
Che farsene di una scarpa vecchia o rotta, simbolo per eccellenza, tradizione ed antonomasia di quel che ormai non serve più? All’apparenza nulla, nella sostanza molto, anzi moltissimo. Con le scarpe da ginnastica o da running usurate e recuperate, ad esempio, il progetto ESOsport costruisce pavimenti anticaduta nei parchi-gioco per bambini e basi per piste di atletica leggera.
Un’iniziativa anti-spreco che unisce utilità sociale, risvolti ambientali e amore per lo sport, nata quasi per caso nel 2009 da un’idea di Nicolas Meletiou, Managing Director dell’azienda di smaltimento per rifiuti da ufficio ESO e appassionato corridore. Parlando con l’ex maratoneta olimpico Marco Marchei, Meletiou si è posto il problema di come smaltire scarpe da running giunte gloriosamente a fine “carriera”, trasformandole in qualcosa di utile.
Raccolta differenziata dei rifiuti tessili, nel 2022 scatta l’obbligo
Il risultato, ottenuto dopo oltre due anni di test e sperimentazioni, è appunto ESOsport, primo e unico progetto di questo tipo in Italia e in Europa; coinvolgendo attualmente una quarantina di Comuni italiani dal Nord alla Campania, il programma di raccolta ha fino ad ora “salvato” oltre 100.000 paia di scarpe destinate alla discarica.
“Recycle your shoes, repave your way. Costruisci la tua strada…” recita il claim del programma, evocativo di un processo che sembra una magia, ma che in realtà è possibile grazie a un sistema capillare di raccolta e a un patrimonio di esperienza fatto di strumenti, strutture e know-how.
Ma procediamo con ordine. Tutto inizia da noi: consultando la mappa presente su sito, possiamo individuare i punti di raccolta a noi più vicini (scuole, negli spazi ludici e ricreativi, nei negozi e in tutti gli spazi concordati con le Pubbliche Amministrazioni convenzionate), avvolgere le nostre scarpe da ginnastica esauste nell’ESOsport Bag messa a disposizione e riporle negli appositi ESObox.
Le scarpe raccolte vengono trasportate all’impianto di triturazione dove la gomma delle suole viene ridotta a materiale granulare, ideale per la realizzazione di rivestimenti antitrauma. A questo punto i Comuni aderenti, pagando una somma di iscrizione e le spese di trasporto, ricevono in cambio la pavimentazione per riqualificare parchi esistenti o crearne di nuovi. Unico requisito imposto: le aree gioco in questione dovranno chiamarsi con lo stesso nome, “Il giardino di Betty”, in onore e memoria di Elisabetta Salvioni Meletiou, moglie di Nicolas e direttore tecnico di ESO, prematuramente scomparsa.
Altro fiore all’occhiello di ESOsport è “La pista di Pietro”, ulteriore declinazione del progetto lanciata recentemente a Roma. In questo caso, vecchie sneakers e calzature sportive si trasformano in piste di atletica, dedicate al campione olimpico Pietro Mennea. Manuela Olivieri Mennea ha aderito all’iniziativa donando alla campagna le scarpe del marito: ogni “pista di Pietro” avrà così al suo interno un frammento delle scarpe di chi detenne il primato mondiale dei 200 metri piani per diciassette anni.
Atleti in campo per l’ambiente, la sfida è rendere lo sport sempre più green
Il ricavato della vendita senza scopo di lucro dei prodotti ESOsport è destinato all’Associazione GOGREEN Onlus, che lo devolve ad iniziative di charity mirate al benessere dell’uomo e al rispetto dell’ambiente. Due concetti che – i veri atleti lo sanno- non possono che andare di pari passo.
Ciao voglio 200 paia quanti mi lascio grazie