Filip Vuksa, il ragazzo ventiduenne di Belgrado che da quasi 10 anni annota minuziosamente tutto ciò che non va nella sua città. E interviene in prima persona.
Per comprendere il pieno significato di “attivismo civico” bisogna assolutamente conoscere la storia di Filip Vuksa, il ragazzo ventiduenne di Belgrado che da quasi 10 anni annota minuziosamente tutto ciò che non va nella sua città. Ma non si limita certo a questo.
Filip è un tipo tosto, ostinato ma soprattutto tenace: vorrebbe riuscire a far funzionare le cose nel suo Paese e per farlo si espone in prima persona da anni. Pare sia un caso ormai conosciuto, più unico che raro.
Cominciamo dall’inizio quando un Filip, quindicenne, percorreva con la sua bicicletta chilometri di pista ciclabile segnalando tutto ciò che non andava: illuminazione assente, segnaletica vacante, auto parcheggiate a ingombrare il passaggio delle biciclette. Dopo 200 esposti, gli uffici competenti intervennero esclusivamente per contattare i genitori del ragazzino e comunicare loro che, con quella invadente “pignoleria”, costituiva un problema.
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Oggi i 5 km di pista ciclabile sono perfetti, ma Filip ha ben altre battaglie da portare avanti. Come per esempio, l’impresa titanica di mettere a posto tutte le fermate degli autobus di Belgrado, molte delle quali versano in uno stato di totale abbandono e trascuratezza. Manca il numero della linea e non viene neppure indicata la sua direzione.
Il ragazzo durante gli anni del liceo aveva analizzato ben 2600 fermate e 145 linee annotandone ogni difetto e compilando 100 pagine di esposto che ha poi consegnato all’ispettorato.
Ad un certo punto, dopo essere stato dapprima soltanto ignorato, poi vittima di un ostruzionismo violento corredato anche da qualche aggressione, è corso ai ripari.
Con altri tre amici ha costituito un’associazione dei cittadini chiamata “Abbiamo un piano“.
Hanno cominciato subito con la rimessa a nuovo della stazione dei trasporti pubblici. Hanno riverniciato i pali arrugginiti e hanno affisso un nuovo e completo orario delle corse.
La Direzione dei Trasporti pubblici, per tutta risposta, li ha “ricompensati” con una denuncia all’Ispettorato per uso illegittimo dello stemma della città di Belgrado. Filip aveva infatti inserito lo stemma sulle mappe delle linee della rete urbana. Un chiaro pretesto.
“Sono andato in tipografia e ho chiesto quanto mi sarebbe costato stampare i numeri di tutte le fermate. Mi hanno chiesto 8000 dinari (meno di 80 euro). Ho capito che il problema non erano i soldi ma la cattiva organizzazione, così ho pagato di tasca mia la tipografia. Ho iniziato a segnare le fermate e ho fatto più di 100 chilometri con le scale sulle spalle, ma sono riuscito a finire soltanto il 10% del lavoro. I media hanno scritto di questo, e non è piaciuto al governo“, ha dichiarato Filip.
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Insomma, ogni scusa è buona per scoraggiare questo ragazzo e i suoi immensi sforzi per migliorare il sistema, da solo o quasi.
Quanti di noi pensano di avere la stessa determinazione? Filip non è un sognatore e non si limita a essere consapevole di ciò che andrebbe fatto per migliorare il sistema. E’ invece convinto di poterlo fare da solo, un pezzettino per volta.
Un esempio difficile da imitare ma senz’altro da ammirare per una perseveranza senza resa.