Una casa sostenibile per vivere in modo semplice e in armonia con l’ambiente: é questa la nuova filosofia che si sta diffondendo in tutto il mondo tra architetti, designer, ma anche persone comuni consapevoli che cambiando il proprio stile di “casa” si può vivere meglio.
C’è chi la sperimenta sul campo, come il movimento americano “Tiny House”, e c’è chi la racconta attraverso il cinema, come il documentario svedese “Microtopia” di Jasper Wachtmeister. Il punto di partenza è sensibilizzare l’opinione pubblica verso un nuovo concetto di casa. In una fase storica caratterizzata dalla sovrappopolazione e dal rapido progresso tecnologico è sempre più importante pensare a nuovi modelli abitativi.
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Il movimento “Tiny House”, letteralmente “piccola casa”, è un vero e proprio gruppo sociale che unisce le persone che hanno deciso di ridimensionare lo spazio in cui abitano per vivere in modo più sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e senza debiti. Il 70% degli Americani, infatti, s’indebita per costruire la propria casa e impiega circa quindici anni per saldare i propri passivi. Il motivo principale sono le dimensioni eccessive della casa, le spese elevate e i costi di mantenimento.
Ma è veramente necessario tutto questo spazio per vivere? Secondo i sostenitori di “Tiny House”, assolutamente NO.
L’idea è di proporre una casa più piccola, ma con tutto ciò che serve per vivere. Gli studi dimostrano che il 68% di chi possiede una “Tiny House” non ha ipoteche o debiti con la banca: ciò garantisce una vita più serena e senza preoccupazioni per il futuro. Chi decide di costruire una Tiny House, di solito, lo fa con le proprie mani e secondo il proprio stile. Ogni Tiny House è diversa dall’altra e non ci sono regole precise, solo piccoli spazi ed essenzialità. C’è chi ha riadattato un autobus, chi ha sfruttato la verticalità e chi ha scelto di vivere in mezzo alla natura. Una vera e propria rivoluzione nel modo di intendere la casa che sposa nuovi valori quali sostenibilità, flessibilità e rispetto dell’ambiente.
Altri esempi li potete invece ammirare in Microtopia, il documentario che ha partecipato a CinemAmbiente 2014, vincitore del premio speciale “La casa di domani” assegnato dallo sponsor Leroy Merlin. Il premio promuove il valore della sostenibilità e mette in luce come tutti possano contribuire alla difesa e alla valorizzazione del proprio habitat attraverso piccole azioni quotidiane.
Proprio su questi valori si basa il lavoro degli architetti e degli artisti protagonisti del film. Provenienti da diverse parti del mondo, tutti propongono nuove soluzioni radicali di casa in cui tutte le cose inutili sono rimosse e tutto ciò che è vecchio o da buttare è riutilizzato. Le storie di Dre Wapenaar, Ana Rewakowicz, John Wells, Stéphane Malka, Jay Shafer, Aristide Antonas, Jennifer Siegal, Richart Sowa e Ion SØRVIN sono affascinanti e vi lasceranno senz’altro a bocca aperta.
Un nuovo modello di casa ci aspetta nel futuro (neanche troppo lontano). Facciamoci trovare preparati!