CinemAmbiente 17, la parola a Enrico Cerasuolo

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CinemAmbiente 17, la parola a Enrico Cerasuolo ultima modifica: 2014-05-15T08:00:49+02:00 da Sara Panarella
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Enrico Cerasuolo: un bilancio un anno dopo aver vinto nell’edizione 2013 di Cinemambiente con Ultima chiamata (Last call). Membro della giuria per il 2014.

Ultima chiamata (Last Call) documentario vincitore del premio La casa di domani dell’edizione 2013 di CinemAmbiente, inizia con il racconto della nascita degli scacchi. Un mercante dona ad un ricco principe la sua invenzione, una scacchiera, insegnandogli il gioco. Il principe, felice del dono, chiede al mercante come poterlo ricompensare: il mercante chiede un semplice chicco di grano per la prima casella della scacchiera e di duplicare nella casella successiva la quantità precedente. Tale è la quantità di grano che andrebbe posta nella sessantaquattresima casella che il principe deve abbandonare il suo regno non potendo pagare la ricompensa pattuita (una tra le varie versioni della storia prevede invece che il principe faccia uccidere il mercante).

Lunga introduzione per questo articolo, ma perfetta descrizione della crescita esponenziale e dei suoi effetti che ben si presta per presentare il regista e scrittore del documentario in questione, Enrico Cerasuolo. Presidente e membro fondatore di Zenit Arti Audiovisive, è con Ultima chiamata al suo primo lavoro su tematica ambientale avendo lavorato in precedenza su argomenti di carattere scientifico storico e sociale.

Il film racconta la storia che portò prima all’elaborazione, scrittura e pubblicazione di The Limits to Growth, tradotto impropriamente in italiano come I limiti dello sviluppo e poi ai suoi effetti dopo la pubblicazione, consensi in parte ma anche critiche e attacchi. Semplice la tesi principale dello studio: non si può avere una crescita infinita in un pianeta finito. Ad avere l’intuizione che mise in moto lo studio fu Aurelio Peccei, prima dirigente Fiat, poi pensatore convinto dei pericoli della globalizzazione e industrializzazione marcate. Nel 1968 fondò il Club di Roma e coinvolse un gruppo di studiosi del MIT, Massachusetts Institute of Technology a lavorare su queste sue idee secondo un modello scientifico. Coinvolgimento che portò, nel 1972, alla pubblicazione di The Limits to Growth, libro che divenne all’epoca un best-seller mondiale.

I limiti dello sviluppo compie cinquant’anni ma è più attuale che mai

Come è nata l’idea di girare un documentario sulla storia del libro The Limits to Growth e delle sue conseguenze?

Fu una proposta avanzata già nel 2007 che entusiasmò sia me sia Massimo Arvat che di Ultima Chiamata è il produttore. Come occasione nasceva anche dal centenario dalla nascita di Peccei che si sarebbe celebrato nel 2008. Era una bella storia, in parte anche da ricostruire e rileggere andando a cercare fra materiale d’archivio. Una bella storia con un risvolto attuale non da poco“.

Pensi alla recente pubblicazione del rapporto dell’IPCC, Gruppo intergovernativo di esperti del cambiamento climatico, che sostanzialmente conferma i risultati a cui giunsero gli studiosi del Mit?

Anche, ma soprattutto all’idea che le crisi ambientali ed economiche che viviamo in questi anni siano correlate le une con le altre, dipendenti tutte dalla tesi principale dello studio: non si può pensare ad uno sviluppo e a una crescita incrementabili all’infinito perché la nostra Terra è finita così come lo sono le sue risorse“.

Visto che la nuova edizione di Cinemambiente sta per iniziare possiamo parlare a tutti gli effetti di un anno di vita del documentario. Quali riscontri ha avuto?

Bene direi. Negli Stati Uniti è distribuito nel circuito educativo. Ha ricevuto due nominations a premi importanti e il premio del pubblico al festival Cinema Planeta in Messico, è stato selezionato da molti festival in tutto il mondo. Ho girato molto per proporlo e farlo conoscere anche negli Stati Uniti, dove hanno lavorato gli studiosi protagonisti della storia. Le mie prossime tappe saranno la Polonia e l’Inghilterra. Per chi abita a Torino e lo volesse vedere, la prossima occasione sarà la sera del 22 maggio al centro Sereno Regis. Nello stesso giorno sarà presentato alle scuole sia a Catanzaro che a Torino“.

È stato trasmesso anche da Rai Storia…

Sì con a seguire la presentazione di Luca Mercalli che di Ultima chiamata è stato consulente scientifico oltre ad essere tra le persone che nel 2007 mi proposero il progetto. Ma è stato già trasmesso in diversi paesi, Norvegia, Germania, Francia, Svezia, e presto lo sarà anche in Svizzera“.

Si era parlato di una proiezione in Parlamento?

Non ha avuto seguito“.

Per l’edizione 2014 di Cinemambiente sarai presente come relatore al workshop. Cosa farai?

Tratteremo Ultima chiamata come case study. Sarò insieme a Massimo Arvat, Luca Mercalli e Gaetano Capizzi, direttore del festival. Farò anche parte della giuria internazionale“.

Vai dall’altra parte?

Si, lo prendo come un riconoscimento“.

Last call, ultima chiamata: storia di una crisi annunciata

Se ancora non lo avete visto guardate sul sito ufficiale del film, sono elencate le date per le future proiezioni per un film che vale assolutamente la pena di vedere.

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Vive a Torino, bibliotecaria. Si laurea in Filosofia interessandosi di bambini e multiculturalità e si avvicina alla psicoanalisi e alla cura del pensiero. Ha poi quattro bimbi e un cane che insieme a tanta effervescenza aggiungono interessi nuovi, maggior attenzione per l’ambiente e gli antichi mestieri e saperi, lavorazione dell’argilla, uncinetto, raccolta e utilizzo delle erbe. Una moderna “Strega in famiglia”!

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