Centrale Enel di Porto Tolle, gli ex amministratori Scaroni e Tatò sono stati condannati a tre anni per disastro ambientale.
Il Tribunale di Rovigo si è pronunciato sul caso della centrale termoelettrica di Porto Tolle. Gli ex amministratori di Enel, Franco Tatò e Paolo Scaroni, sono stati condannati a tre anni per aver compiuto atti idonei a determinare disastro ambientale.
I due sono anche stati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni. Ecco, in particolare, le ripartizioni del giudice: vengono corrisposti 100mila euro al Ministero della Sanità, 50mila al Ministero dell’Ambiente, 70mila a testa per i comuni di Porto Tolle e Rosolina, 20mila a Legambiente e 10mila a testa per Greenpeace, Wwf e Italia nostra. Assolti invece gli altri imputati implicati nel processo. Parliamo nella fattispecie di Fulvio Conti (ad Enel), Leonardo Arrighi, Antonino Caprarotta, Santo Fontecedro, Alfredo Inesi, Carlo Zanatta e Renzo Busatto (questi ultimi rispettivamente il direttore della centrale di Porto Tolle e il suo predecessore).
La Corte ha fatto parzialmente propri gli orientamenti dell’accusa avanzata dal pubblico ministero, Manuela Fasolato.
Il magistrato ha ritenuto sussistente il nesso di causalità tra emissioni in eccesso della centrale e danni causati a salute e ambiente. Nel corso delle sue indagini, il pm ha inoltre rilevato l’omessa installazione di strumenti e apparecchiature che avrebbero permesso di misurare l’impatto ambientale delle emissioni. Non è un caso che in Veneto siano aumentate le patologie tumorali nei bambini, specie all’apparato respiratorio.
Pronta la replica dei due manager coinvolti. Scaroni si dichiara “completamente estraneo alla vicenda e pronto a fare ricorso”. Tatò invece considera “assurda la decisione del giudice”, una sentenza che “scuote la teutonica fiducia nel sistema giudiziario italiano”. Per l’avvocato di Scaroni, Alberto Moro Visconti, “i reati non sussistono e sono talmente remoti che anche se fossero esistiti, sarebbero stati soggetti a prescrizione”. Pertanto – prosegue il legale – “la sentenza è inspiegabile”. Si attende dunque il ricorso in appello.
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Grande soddisfazione invece per Greenpeace, Legambiente e WWF che, a margine del processo, chiedono a Enel di fare chiarezza sul futuro: “Rinuncerà al progetto oppure tornerà a promuoverlo, contravvenendo a quanto deciso in sede processuale?”
[Immagine di copertina Di Vipera – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10620210]
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